Torrent, Studios e 110 milioni da risarcire
Torrent e studios americani, un nuovo colpo per chi scarica contenuti tramite il sistema torrent: chiude IsoHunt, da 10 anni, uno dei siti più conosciuti per lo scambio di file a mezzo torrent.
Come scritto nell’articolo uscito oggi su Mondo Informazione, l’MPAA ha vinto le resistenze di IsoHunt sfiancandola con 7 anni di continui scontri legali, facendone così crollare la tenacia; niente più battaglie legali, basta avvocati ed in cambio del cessate il fuoco, 110 milioni di dollari di risarcimento.
Non entro nel merito dela questione perchè non mi compete e posso capire gli studios che oltre alle palate di soldi che fanno per realizzare i film, ne vorrebbero incamerare un’altra palata grazie all’eliminazione completa del mercato del file sharing, cosa che comunque alcuni studi hanno dimostrato come deleteria per gli studios stessi. Ciò che mi ha dato da pensare, e molto, sono state le dichiarazioni di Chriss Dodd, senatore statunitense, presidente e CEO di Motion Picture Association of America – MPAA secondo cui “Sgombrare il campo da servizi illegali come isoHunt aiuterà ad assicurare che i servizi legali possano crescere e prosperare e che i consumatori abbiano una maggiore libertà di scelta”. Come posso avere una maggiore scelta di come gestire la mia vita digitale se continuano a chiudere i siti?
Maggiore scelta per me è libertà totale di poter fruire dei servizi che mi vengono offerti dalla rete, in piena coscenza e nel rispetto delle leggi ma continuare sulla strada di attaccare a testa bassa chiunque violi anche non volendo o in piccola parte un copyright non potrà far altro che limitare le libertà individuali ed abbassare la tanto preziosa “libertà di scelta”. Fortunatamente siamo lontanissimi dal periodo in cui Henry Ford diceva che si poteva avere la Fort T “di qualunque colore, purchè nera”; ora la parola d’ordine deve essere maggiore disponibilità, puntare sempre più su nuovi “colori” e lasciare all’utenza la possibilità di fare ciò che vuole.
Non riesesco proprio a capire dove sia il buono nel chiudere un sito che veniva usato anche per scopi legali, così facendo anche se per un piccola parte di utenza, ci saranno persone che vedranno limitata la propria liberta di scelta ma riesco a capire i toni trionfalistici da difensore del mondo in quanto l’MPAA ha lanciato un messaggio forte e chiaro a chi volesse prendere il posto di IsoHunt o immettersi ex novo nel mercato dell’indicizzazione: “Non lo fate, o vi demoliremo a suon di carte bollate e sentenze, tanto i soldi non ci mancano”. Colpirne uno per educarne cento, limitare le libertà di scelta non facendo affacciare proprio alcun attore sul mercato; dopotutto se qualcuno rinuncia a priori, è come se il mercato non si fosse mai arricchito e quindi la scelta rimarrebbe sempre la solita, o anche meno, con buona pace dei paternalismi americani. Attaccare e chiudere, ecco le parole d’ordine.