La transumanza dei concorsi
Avete mai provato a partecipare ad un concorso pubblico? Mi auguro veramente per i vostri nervi di no.
Solitamente la trafila inizia con un comunicato trovato da qualche parte. L’annuncio ci stuzzica, magari ci sentiamo proprio le persone adatte a quel ruolo,ci sembra proprio cucito addosso e allora pensiamo “perchè no? Dopotutto trovare lavoro in Italia non è una passeggiata, non sia mai che vada in porto!”. E così siamo già con un piede nel pantano della burocrazia più assurda.
La procedura prevede il reperimento di un documento dove viene “spiegato” come e cosa fare per prendere parte al procedimento. A volte se siamo fortunati c’è addirittura un sito internet dal quale scaricare un pdf. Dopo aver perso un pò di tempo a cercarlo, lo scarichiamo e, sorpresa delle sorprese, non è un documento digitale bensì una scansione di alcuni fogli fatta alla buona (per averne un esempio estremamente tangibile, provate a scaricare questo scempio: 8MB di orrore). Una volta scaricato il documento inizia la lettura di quello che sembra italiano ma che in realtà è una lingua assurda, scritta e parlata da un piccolo raggruppamento di persone che per spostare una penna necessita di una domanda in carta bollata da far pervenire con raccomandata A/R ovviamente (da notare che in paesi civili ed europei come la Germania le comunicazioni anche importanti con le pubbliche amministrazioni si svolgono tramite posta ordinaria nel giro di 3-4 giorni).
La lettura ci porta via diverso tempo, a volte abbiamo anche qualche problema nel decifrare cosa ci sia scritto visto che la scansione è di pessima qualità, come fare la foto ad una foto. Nel mezzo cominciano le richieste poco probabili: copie di documenti autenticate (le autenticazioni sono a pagamento ovviamente!), tonnellate di carte da far pervenire “pena l’esclusione del candidato”. Una volta recuperato tutto il materiale in duplice o triplice copia, ci attende la cigliegina sulla torta: scrivere sulla busta a chi deve essere indirizzata. Una procedura che può portar via diverso tempo visto che può arrivare ad occupare anche un’intera facciata della medesima nel tentativo di far lavorare ancor di meno e di facilitare la vita ad un’amministrazione che passa il suo tempo al bar o alla trepida ricerca del nuovo gioco di facebook.
Poi la fila alla posta, il pagamento della raccomandata con ricevuta di ritorno ed inizia l’attesa. Dopo qualche settimana torna l’avviso di ricevimento e poi nulla più.. che è successo? Eppure la documentazione che ho mandato era corretta, ho seguito alla lettera le cose scritte in quel linguaggio anacronistico ed assurdo, perchè nessuna risposta?
Oppure magari ti rispondono, vai a sostenere le prove/il colloquio e capisci che quel concorso è stato messo su in piedi ad personam per favorire chissà quale parente di chissà quale trafficone alla faccia di chi in queste cose ci crede veramente.
Ho preparato i documenti, la busta in formato A5 è talmente gonfia di triplici copie che a stento si chiude, ci ho rimesso tempo, denaro e pazienza nel voler soddisfare alla lettera ogni loro assurda richiesta fatta per la vorare il minimo possibile pur non precludendosi la possibilità di lamentarsi. Chissà mai se qualcosa in questo Paese funzionerà, chissà quando arriverà il momento in cui per partecipare ad un concorso sarà solo necessario riempire un modulo scritto in italiano da un italiano che non tenda un tranello ad ogni capoverso, in ogni virgola.
Chissà mai se accadrà… per oggi, il nostro futuro, viaggia in buste piene di fogli inutili con destinatari lunghissimi.