Tu vò fa l’americano
Da quando il governo monti ha annunciato e poi rassegnato le dimissioni, è cominciata la campagna elettorale nella speranza di presentarsi diversi da quello che si è e convincere l’elettorato che non sarà una nuova batosta quella che gli toccherà scegliere a febbraio 2013.
Con l’avvio della campagna elettorale è partito il solito turbinio di ospitate di questo e quel politico per occupare più spazi possibili, insultare i concorrenti e mostrare ciò che di buono si è NON fatto sperando di attribuirsene il merito o, molto più spesso, millantando spudoratamente, tanto poi si sa che una bugia, a forza di ripeterla, diventa realtà agli occhi degli elettori indifesi, che ancora si informano per il 90% tramite la televisione e che pendono dalle labbra del Bruno Vespa di turno come fosse oro colato.
Terzo step dell’orrore delle campagne elettorali è la comparsa di figure che vengono congelate o messe sotto naftalina alla fine di ogni elezione salvo poi essere scongelati o tirati fuori dagli armadi per analizzare quella che si preannuncia un tornata elettorale combattutissima. Tali figuri, ancora sgocciolanti o odoranti di vecchio, si presentano in quasi tutte le trasmissioni televisive come grandissimi esperti di tutto, delle specie di tuttologi saccenti che propinano a noi, povero volgo, frasi ad effetto come: “Ottenere la maggioranza al Senato sarà difficile se non si ottiene una maggioranza schiacciante in Lombardia che è diventata determinante alle elezioni come l’Ohio”. L’unica analogia tra l’Ohio, che è uno Stato degli USA e la Lombardia, che è una Regione a statuto ordinario, è vagamente la popolazione residente (11,5 milioni per il primo, 10 milioni di persone per la seconda) ma poi le cose finiscono lì. L’Ohio è grande oltre 5 volte la nostra Lombardia ed è si presieduto da un governatore. Chi cerca di americanizzare la politica italiana andrebbe nuovamente rimesso in ghiacciaia perché le nostre regioni sono governate da Presidenti della Regione e non da governatori, la Lombardia è sì importante per le elezioni ma non così fondamentale come per l’elezione di un Presidente degli USA che, tra le altre cose, guadagna poco o meno la stessa cifra di alcuni presidenti di regione.
Il tentativo di americanizzarci fa parte di questa sudditanza psicologica nei confronti degli americani ma anche dalla voglia di voler comparire come migliori tra i tanti, gli italiani devono spiccare tra i loro simili ed ecco perchè, in una casta autoreferenziale come quella politica, completamente assorta nel farsi i complimenti da sola per le mostrine appuntate, si cerca assolutamente primeggiare fregiandosi di titoli inappropriati, non previsti ma assolutamente d’effetto sulle masse allo sbando, in cerca di qualcosa che le faccia uscire dalla crisi dove la stessa casta politica ci ha portati.
Mi viene solo in mente questo video per descrivere la nostra situazione: