Nessun fugga!
Mentre cercavo di farmi un’idea più chiara di quanto accaduto ed in corso di accadimento in Giappone, con grandissimo dispiacere per la popolazione colpita e l’immensa catasttrofe che ha colpito una nazione da decenni in crisi, mi è capitato di leggere questo articolo. In sostanza viene spiegato che, dalla terza settimana di marzo, il fisco italiano entrerà prepotentemente nei social network. Niente di male si penserà, un nuovo modo per comunicare con il contribuente. E INVECE NO! Il fisco approderà su Facebook non per venire in contro alle necessità dei contribuenti italiani tartassati con un prelievo fiscale quasi al 55% bensì lo perseguiterà anche nella sia vita privata, tra i suoi amici cercando di scoprire gli evasori! Attenti quindi, se per caso vi scappasse di scrivere una balla che comporta un esborso di denaro non in linea con la vostra dichiarazione dei redditi, rischiate che il giorno dopo vi venga recapitata una cartella esattoriale perchè lo Stato ha bisogno di soldi e, non sapendo più dove recuperarli, ha deciso di tartassare i cittadini nell’intimo della loro vita privata fregandosene bellamente di ogni diritto alla privacy o semplicemente, diritto di sparar cavolate su un social network (che se non erro è fatto anche per questo).
Dopo gli autovelox nascosti dietro ai cartelli stradali, disseminati ovunque, messi per far cassa, dopo le strisce blu, le accise sulla benzina e le sigarette, le tasse dirette, indirette e oblique, eccoci qui con un nuovo strumento di repressione fiscale. L’importante, evidentemente, è far sentire il fiato sul collo al cittadino che per una visita specialistica deve attendere mesi se non anni ma, nel frattempo, se non muore, deve stare attento a cosa dice in giro pena una cartella esattoriale che lo perseguiterà vita naural durante che potrebbe durare anche poco se per fare una risonanza magnetica bisogna aspettare 2 anni. Nuova repressione fiscale per uno stato che in cambio taglia fondi ai servizi di base con il macete, che ingrassa sempre le solite pance, che mangia più soldi di quanti ne riesce ad incamerare e che batte cassa ovunque a partire dall’Europa fino alle tasche di quelli che navigano su Facebook e magari vogliono far sapere ai loro amici che, dopo tanti sacrifici, sono riusciti a farsi una vacanza in qualche posto esotico. Attenti ragazzi: se lo farete rischierete un intervento invasivo dell’Agenzia delle Entrate.
Come fa notare giustamente il cronista dell’articolo, in Italia si è deciso di fare esattamente il contrario di quello che il fisco statunitense fa sui social network: gli americani usano questi utilissimi strumenti, per AIUTARE il contribuente, per assisterlo nella compilazione della denuncia dei redditi e per seguirlo negli eventuali iter di rimborso da parte dello Stato. Loro assistono, noi reprimiamo, loro cercano di essere vicini ai cittadini, noi ce li troviamo con il naso puntanto nel mezzo della nostra vita privata con la delicatezza di un branco di rinoceronti.
Bravo fisco, brava Italia, più che verognarsi ormai rimane solo che pentirsi di non essere emigrati prima.
Si salvi chi può, per gli altri giocate su Facebook in attesa della vostra vista specialistica, forse riuscirete a sopravviere.