Finita la festa, chi pulisce?
Questa notizia non potevo lasciarmela sfuggire; vi ricordate di un noto impresario di personaggi dello pseudo-avan-trash-spettacolo che ad un certo punto qualche estate fa divenne piuttosto celebre per delle strane amicizie con personaggi rinominati “i furbetti del quartierino”? Ma si, proprio lui, titolare di una agenzia di gestione di persone che a qualche titolo ed in qualche modo finiscono in televisione bene, questi ha praticamente dichiarato fallimento.
Celebre per il suo tenore di vita immerso nel lusso sfrenato: megaville con piscina in Sardegna, jet privati, feste con centinaia di persone, mobili di pregio etc etc, alla fine, finita la festa ha messo la coda tra le gambe, abbassato le orecchie, messo il cappello in mano ed è andato al tribunale di Milano a dichiarare di sentirsi un fallito e che, purtroppo ma ne avrebbe tutte le intenzioni, il buco da 22 milioni di euro che ha prodotto nn sa come tapparlo! Ma poverino!!
La cosa ancor più comica, come riportato dal sito de: L’Espresso sono le spiegazioni e le motivazioni che hanno portato a questo dissesto finanziario prossimo al tracollo; ma andiamo per ordine.
Dopo una visita da parte di alcuni funzionari del fisco che hanno elevato alla sua società multe per 17 milioni di euro, la difesa ha depositato un atto per chiedere un concordato con il fisco adducendo queste motivazioni che, se non fosse che sono reali, sarebbero esilaranti:
i funzionari del fisco hanno “ritenuto non deducibili una serie di costi per feste e gestioni di apparenti vacanze di artisti e sportivi” ; “Il pubblico vuole seguire le vicende dei personaggi famosi e li ama perché essi danno la possibilità di sognare immedesimandosi con loro e i sogni hanno bisogno di adeguate scenografie” era quindi “indispensabile” spendere una fortuna “per la villa in Sardegna dove gli artisti venivano messi a loro agio, mangiavano, dormivano e si divertivano”.
Ma che benefattore quest’uomo! Ma l’atto continua: le situazioni di cui si parla vengono equiparate ad un normalissimo lavoro con “la sola differenza è che invece dei laminati in ferro si producono situazioni utili a promuovere i personaggi soprattutto in televisione e anche sui giornali”.
Quindi se pensate di fare un lavoro faticoso, stancante, logorante come potrebbe essere quello di un operaio che lavora in una fabbrica di laminati, avete ottima compagnia perchè mentre voi producete con il sudore delle vostre fronti c’è chi fatica in egual misura producendo situazioni utili a promuovere personaggi sdraiati a bordo piscina in Sardegna o immersi nel lusso sfrenato di una megavilla dopo esserci arrivati con un jet privato.
Non lamentatevi quindi che il lavoro manuale è pesante, anche fare l’agente di personaggi del pseudo-avan-trash-spettacolo è veramente faticoso!
Cosa ancor più triste è la richiesta di concordato, sempre traendo spunto dall’articolo de L’Espresso, viene fuori che dei 22 milioni di euro di buco, questo signore vuole darne indietro 2,5 in 6 anni e, come giustamente scrive l’autore dell’articolo, visto che nell’atto depositato si fa risalire il dissesto finanziario ad anni precedenti al 2008, i megaparty lussuosi venivano finanziati dal fisco! I creditori potrebbero sperare di recuperare l’8-10% di quando avrebbero diritto e, mentre loro lavoravano fornendo beni e servizi, c’era chi sapeva benissimo che non sarebbe MAI stato capace di pagarli però, nella sua completa consapevolezza, continuava a circondarsi di ogni tipo di cose che fossero lusso e divertimento… mentre chi veramente lavora spesso il lusso lo vede solo sulle pagine patinate delle riviste di gossip dove insieme alla sua “scuderia di personaggi del pseudo-avan-trash-spettacolo” costui appare sorridente a bordo di un’immensa piscina…alla faccia di tutti noi!
Un augurio del tutto personale è che una volta ogni tanto la giustizia Italiana possa picchiare duro e senza attenuanti l’unico e vero colpevole di questa debacle e ringraziare sentitamente i difensori per aver preparato un documento così comico da sembrare quasi inverosimile!
Meno male che domani volo negli USA e per qualche settimana non sentirò più parlare di questo paese che sta cercando disperatamente una vanga per cominciare a scavare sul fondo del barile.